Addio bollette ogni 28 giorni per abbonamenti fissi e mobile
Addio bollette ogni 28 giorni per abbonamenti fissi e mobile
Addio alla fatturazione ogni 28 giorni invece che 30 per gli abbonamenti telefonici fissi e quelli fisso+mobile: è arrivata l’approvazione definitiva dal Senato.
Tutte le società coinvolte – principalmente gli operatori telefonici e i fornitori di servizi pay TV – hanno tempo 120 giorni per tornare alla “cara vecchia” fatturazione mensile.
In caso di ritardi nell’adeguamento, è previsto anche un indennizzo: gli operatori dovranno versare ad ogni cliente 50 euro + 1 euro per ogni giorno di ritardo.
Per quanto riguarda chi la fatturazione a 28 giorni l’ha subita in passato, la questione indennizzi è più complessa.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, osserva che la legge non prevede sanzioni per il periodo da quando l’AGCOM ha deliberato che la fatturazione doveva essere a 30 giorni, il che è successo il 23 giugno 2017.
Dona ha già detto che “se l’indennizzo per il passato non sarà inserito nel testo finale della legge, lo chiederemo all’Autorità delle Comunicazioni. Altrimenti procederemo con le azioni legali a tutela dei consumatori”.
Sembra quindi che il “periodo di speranza” per i cattivi comportamenti pregressi si estenda solo fino alla fine di giugno di quest’anno, ma per ora non c’è ancora niente di certo.
Addio bollette ogni 28 giorni per abbonamenti fissi e mobile
sando lo stratagemma dei 28 giorni invece che 30, gli operatori sono di fatto riusciti a fatturare ai loro clienti un’intera mensilità in più, provocando quindi aumenti piuttosto cospicui – intorno all’8,6 per cento.
L’AGCOM ha diffidato e multato le aziende a più riprese nel corso del 2017, ma non a sufficienza per impensierirle.
Con l’approvazione di ieri dell’inserimento dell’emendamento nel decreto Fisco da parte del Senato, la questione è stata definitivamente chiusa.
Salvo colpi di scena eclatanti, il decreto sarà approvato alla fine dell’anno e diventerà legge.
Se gli operatori prima avevano difeso la propria scelta, nelle dichiarazioni ufficiali e nei fatti (facendo ricorso alle diffide di AGCOM, per esempio), ora non è rimasto altro da fare che chinare il capo.
Tutti i volti pubblici delle società coinvolte hanno già dichiarato che si adegueranno il prima possibile.
Riportiamo ad esempio le parole dell’amministratore delegato di Vodafone Italia rilasciate al Corriere, e potete immaginare che le altre siano sulla stessa falsariga:
Addio bollette ogni 28 giorni per abbonamenti fissi e mobile
In concreto, tutte le offerte di internet e telefonia fissa, e tutte quelle che includono in un unico abbonamento telefono fisso e mobile dovranno tornare alla fatturazione mensile.
Gli operatori dovranno anche essere più trasparenti nella comunicazione delle condizioni delle loro offerte; in particolare, specificare meglio se la fibra arriva direttamente a casa o solo fino alla centrale (FTTH contro FTTC).
Per gli abbonamenti solo mobile, invece, rimane possibile la fatturazione ogni 28 giorni.
La discriminante non è il costo dell’offerta, ma la trasparenza: secondo il ragionamento di AGCOM, essendoci offerte sia ogni 28 giorni sia mensili, il consumatore fatica a confrontare i prezzi reali e scegliere la tariffa ideale per le proprie esigenze.
Il problema è più marcato sulla telefonia fissa, in cui la maggior parte delle utenze vengono pagate dopo aver usufruito del servizio, mentre su mobile sono molto più diffusi gli abbonamenti prepagati.
Insomma, noi ci lamentiamo per l’aumento dei costi, ma per l’AGCOM è solo una questione di trasparenza.
Fondamentalmente si mette in dubbio il metodo, non l’azione. Vuoi guadagnare di più? Aumenti la tariffa mensile, non diminuisci il periodo di tariffazione.
E nella legge non c’è alcuna voce che obblighi gli operatori a non farlo, quindi insomma, possiamo aspettarcelo.