Green Pass non condividere il QR code sui social
Green Pass attenzione non condividere il QR code sui social
I Green pass Covid-19 sono diventati operativi in Italia
la settimana scorsa e in questi giorni tanti cittadini
stanno ricevendo una mail o un SMS del Ministero della Salute
con il codice che permette di recuperare la certificazione
utilizzando anche gli strumenti digitali a partire dal sito ufficiale
del Ministero della Salute e dalle app IO e Immuni.
Tuttavia, il Green Pass è disponibile anche in forma cartacea, ma lo smartphone
per tanti utenti, resta lo strumento più comodo per recuperare e custodire il certificato.
In altre parole, La certificazione comprende un QR code in cui sono racchiuse tante
informazioni personali che attestano una delle tre condizioni previste per la concessione
del certificato di avvenuta vaccinazione, esito negativo del tampone, essere guariti
Green Pass attenzione non condividere il QR code sui social
Pertanto Trasferire la schermata con il QR code dalla memoria dello smartphone ad una
delle tanti reti social richiede un attimo, Qualcuno lo sta già facendo.
Ed è talmente una pessima idea che anche Guido Scorza, componente del Garante Privacy
italiano, ha sentito la necessità di intervenire.
In altre parole, Quel QR code è una miniera di dati personali, invisibili ad occhio nudo ma
leggibili da chiunque avesse voglia di farsi i fatti nostri.
Così Scorza mette in guardia gli utenti che con molta leggerezza stanno manifestando
con orgoglio il proprio status di vaccinati pubblicando sui social il proprio
green pass, QR code compreso.
Green Pass attenzione non condividere il QR code sui social
Tuttavia, Il QR va mostrato solo a forze dell’ordine e soggetti autorizzati dalla legge
unicamente per i fini per cui è stato pensato e deve essere letto esclusivamente
attraverso l’app VerificaC19 autorizzata dal Governo.
Solo questa applicazione garantisce che in fase di lettura il software si limiti a verificare
la validità della certificazione il QR Code contiene una firma digitale
del Ministero della Salute che ne attesta l’autenticità